sabato 19 marzo 2011

Il COLONIALISMO FRANCESE - 2a Parte

I - LA TUNISIA

Dal 1881 al 1956 la Tunisia, pur formalmente retta dal Bey, è soggetta al protettorato francese. Il 12 maggio 1881 viene firmato il Trattato del Bardo: la Francia, già da 50 anni installata inAlgeria, batte sul tempo le mire dell'Italia, che contava la colonia europea più numerosa. Il protettorato francese mira a investire nello sfruttamento delle risorse naturali (agricole e minerarie) e quindi a sviluppare le reti di trasporto (stradale, ferroviario e navale). La resistenza anticoloniale dura praticamente per tutti i 75 anni di dominazione francese, alimentata e poi diretta dagli allievi delle prime scuole e università moderne. La guida il partito liberale costituzionale (Hizb al-Hurr al-Dusturi), o Destour (Dustūr in turco-arabo significa "Costituzione"), fondato nel 1920, poi soppiantato dal più radicale Néo-Destour, fondato nel 1934 (dal 1964 Partito socialista costituzionale); nel 1938 il governo francese proclama lo stato d'assedio.
La seconda guerra mondiale coinvolge la Tunisia dal giugno 1940 al maggio 1943. In seguito alla sconfitta francese da parte della Germania hitleriana, in base al Secondo armistizio di Compiègne (22 giugno 1940) la Tunisia fa parte del regime di Vichy. Dall'ottobre-novembre 1942 la Tunisia viene occupata dai tedeschi e dagli italiani in ritirata pressati dall'8ª Armata britannica proveniente dall'Egitto e dalle divisioni americane provenienti dal Marocco. L'11-13 maggio 1943 le forze dell'Asse, comandate dal generale italiano Messe, in assenza di rifornimenti e rimpiazzi e circondate da soverchianti forze nemiche, si arrendono a Capo Bon.

Indipendenza

  • 1954, 31 luglio: il primo ministro francese Pierre Mendès-France si impegna, in un discorso a Cartagine, a riconoscere l'autonomia tunisina. Tahar Ben Ammar del Destour divieneGran Vizir di Tunisi.
  • 1955, 3 giugno: le convenzioni firmate da Mendès-France e Ben Ammar inaugurano l'autonomia tunisina; i colloqui continuano in vista dell'indipendenza.
  • 1956, 20 marzo: il Trattato del Bardo è abrogato e quindi la Tunisia viene dichiarata indipendente. Alle elezioni dell'8 aprile il Néo-Destour ottiene il 95% dei voti: Habib Bourguiba(1903-2000) del Néo-Destour diviene Primo Ministro. Il 3 agosto la Tunisia abroga il doppio regime (coranico e civile) nei tribunali; progressivamente farà lo stesso nelle scuole. Il 13 agosto è approvato il Codice dello statuto personale (CSP), che di fatto emancipa le donne (divieto della poligamia, necessità di un'età minima e del reciproco consenso per ilmatrimonio, abolizione del dovere di obbedienza della sposa, sostituzione del divorzio al ripudio solo maschile). Cinque mesi dopo è vietato l'uso dell'hijab nelle scuole e sette mesi dopo alle tunisine è pienamente riconosciuto il diritto di voto.
  • 1957, 25 luglio: proclamazione della Repubblica. L'assemblea costituente dichiara decaduta la dinastia Husseinide. Si elegge un consiglio costituzionale che attribuisce a Bourguiba le funzioni di Presidente della Repubblica.
  • 1959, 1º giugno: viene adottata la prima Costituzione repubblicana, che conferma la natura laica dello stato. Preceduta in primavera dalle prime elezioni municipali, l'8 novembre si tengono, unitamente a quelle parlamentari, le prime elezioni presidenziali e viene eletto Bourguiba, unico candidato.
  • 1963, 6 febbraio: discorso di Bourguiba che inaugura la fase socialista, come necessaria allo sviluppo. L'ideatore (da più di un anno) ed esecutore è Ahmed Ben Salah, ex-sindacalista e ministro delle finanze. La Francia azzera gli aiuti allo sviluppo. Il 15 ottobre le truppe francesi lasciano il porto di Biserta, ultima loro base nel paese.
  • 1964, 19 ottobre: il Néo-Destour cambia nome in Partito socialista costituzionale (o desturiano).
  • 1965, 1º luglio: legalizzazione dell'aborto; in precedenza era stato propagandato l'uso della pillola contraccettiva.
  • 1968, gennaio: nasce l'Associazione di salvaguardia del Corano, ostile alla laicità e al CSP e ideologicamente affine ai Fratelli Musulmani, che sarà all'origine del partito Ennahda.
  • 1970, 8 giugno: discorso di Bourguiba che chiude la fase socialista. Ben Salah, dimissionato già a settembre, è stato condannato a 10 anni di carcere il 25 maggio. Anni dopo la sua eredità politica confluirà nel PUP.
II - IL MAROCCO

 È alla fine del XVIII secolo che risalgono le prime penetrazioni di tipo commerciale delle potenze europee, Francia e Gran Bretagna per prime.
Nel corso del XIX secolo, divenuto il Marocco oggetto dell'interesse delle potenze coloniali, sulla spinta di forze nazionalistiche il sultano del Marocco tentò di riprendere il controllo delle città di Ceuta e Melilla. Il tentativo fallì per la pronta reazione della Spagna, che portò all'occupazione di Tétouan nel 1860 e al pagamento di ingenti somme come riparazione per i danni di guerra.
All'inizio del XX secolo risalgono le prime occupazioni francesi in terra marocchina, che intendevano conttrapporsi alla influenza spagnola sulla regione. Nel 1904, con l'avallo della Gran Bretagna che in cambio ottenne il riconoscimento Francese e Spagnolo di legittimo possesso dell'Egitto, Francia e Spagna decisero di dividersi la sfera d'influenza sul paese. A questo accordo si oppose però la Germania che offrì il suo aiuto al sultanato. La situazione di stallo si risolse con la conferenza di Algeciras del 1906, che istituiva un controllo internazionale sul Marocco, a garanzia degli interessi economici dei paesi europei. Nel 1908 Abd al-Aziz fu deposto per la sua debolezza, prima dai nobili del sud e poi dagli ulema di Fez, che fecero salire al trono il fratello maggiore ‘Abd al-Hafīz.
Nell'estate del 1911 scoppiò la crisi di Agadir tra Francia e Germania che portò i tedeschi ad inviare la Panther, nel porto di Agadir: sembrava il preludio di una guerra tra le due potenze. La crisi fu invece risolta per via diplomatica, con il riconoscimento tedesco del protettorato francese sul Marocco ed in cambio l'Impero Tedesco ottenne delle rettifiche territoriali a vantaggio del Camerun Tedesco da parte della Francia
Il 30 marzo 1912 con il trattato di Fez il sultano alawita ‘Abd al-Hafīz accettò di riconoscere la condizione di protettorato del Marocco: il regno diventava a tutti gli effetti una colonia francese; la Spagna conservava il controllo diretto su alcune parti del paese, come il Rif, Tarfaya e Ifni. A causa delle rivolte scoppiate in tutto il paese, ‘Abd al-Hafīz dovette abdicare: gli succedette il fratello Yusef ben Hassan.
Il trattato fu come un segnale di via libera all'insediamento di decine di migliaia di francesi: in breve tempo fondarono numerose nouvelle villes e sotto le direttive del governatore Lyautey, furono costruite strade, ferrovie e acquedotti. Ebbe luogo anche la riorganizzazione amministrativa del paese che, pur sempre politicamente unito, fu diviso in tre regioni d'influenza:

  • il protettorato francese, governato da Rabat, dove risiedeva il sultano
  • il protettorato spagnolo, governato da Tétouan, dove risiedeva un califfo nominato dal sultano
  • Tangeri, città internazionale
La Francia reagì alle rivolte che scoppiavano un po' in tutto il paese occupando Marrakech e Agadir. Iniziò un periodo di rivolte e susseguenti repressioni delle autorità francesi, che ottennero il controllo delle città ma non delle campagne. Nel 1920 la rivolta di alcune tribù del Rif, costata la vita ad oltre 15.000 soldati spagnoli, diede origine alla Repubblica del Rif indipendente: sotto la guida del condottiero Abd el-Krim, resistette a francesi e spagnoli fino alla metà degli anni '30. Per sedare la rivolta dovettero intervenire pesantemente i francesi, forti di un contingente di circa 100.000 soldati: la campagna durò almeno fino al 1934 e costò alla Francia la perdita di almeno 30.000 uomini.
Nel 1927 Yusuf morì e gli succedette il figlio Mohammed ben Yusef, che salì al trono come Mohammed V.
La Francia impose sul Marocco la propria amministrazione diretta, sulla falsariga del modello applicato nella vicina Algeria. Allo stesso tempo iniziò una politica che prevedeva il riconoscimento delle specifiche diversità culturali delle tribù berbere, attirandosi per questo l'accusa da parte della componente araba del paese di voler dividere il Marocco in due.
L'occupazione tedesca della Francia nel 1940, con la conseguente creazione dell'armata di resistenza francese in Africa sotto il comando del generale Charles De Gaulle e lo sbarco delle truppe alleate (specie americane) in Marocco nell'autunno 1942, portarono all'entrata in guerra di truppe marocchine che, al fianco degli alleati, parteciparono alle campagne in Italia, Francia e Germania.
Nel 1944 fu fondato il partito nazionalista Istiqlal, il cui programma puntava esplicitamente all'indipendenza del paese dalla Francia; il partito ottenne il sostegno della componente araba della società marocchina e del sultano, che per questo nel 1953 fu obbligato a lasciare il paese.

Indipendenza

Al termine della guerra, il partito Istiqlal chiese agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna l'appoggio per la causa indipendentista. La Francia, impegnata nelle crisi d'Algeria e d'Indocina, cercò di arrivare ad una soluzione negoziale: vi si arrivò nel 1956 con il riconoscimento franco-spagnolo dell'indipendenza del Marocco, ad eccezione di alcune città: Tangeri fu restituita alla sovranità marocchina solo alla fine del 1956, mentre per Tarfay si dovette aspettare il 1958.
Nel 1957 Mohammed V fu nuovamente riconosciuto sovrano e richiamato dall'esilio. Quando morì, per un attacco cardiaco nel 1961, gli succedette il figlio, con il nome di Hassan II.

 III - LA MAURITANIA

 Gli inizi della colonizzazione si possono far risalire ai tentativi portoghesi del XV secolo, due secoli più tardi la regione vide la rivalità tra olandesi, francesi e inglesi per ottenere il monopolio del traffico degli schiavi e della gomma arabica. Nel 1903 la Mauritania viene definita dai francesi « protectorat des pays maures », la zona fu governata da capi locali sotto il protettorato francese. Nel 1920, la Mauritania entra a far parte ufficialmente dell'Africa Occidentale Francese (AOF), ma solo nel 1934 i francesi avranno ragione della resistenza armata e nel 1936 completeranno l'occupazione militare.
Nel 1946, la Mauritania raggiunge lo status di territorio francese d'oltremare e il 10 novembre 1946, Ahmeddou Ould Horma Ould Pet diventa il primo deputato mauritano all'assemblea nazionale francese.
Nel 1958 la Mauritania ebbe accesso all'autonomia nel quadro della Comunità franco-africana. Durante il periodo coloniale la popolazione locale rimase nomade, ma molti popoli sedentari, i cui antenati erano stati allontanati dalla Mauritania secoli prima, iniziarono a ritornare in Mauritania.

Indipendenza

Il 28 novembre 1960 il paese divenne indipendente e Moktar Ould Daddah fu il primo presidente, tuttavia i francesi mantennero il controllo sull'economia. L´odierna capitale Nouakchott fu fondata dove sorgeva un piccolo villaggio coloniale, Ksar. In quell´anno il 90% della popolazione era ancora nomade. Con l´indipendenza, un gran numero di popoli indigeni (Haalpulaar, Soninke, Wolof) arrivarono in Mauritania, attraversando il fiume Senegal. Istruiti in francese molti di loro divennero funzionari, soldati e amministratori del nuovo stato. La vita politica dello Stato è stata inizialmente caratterizzata dai contrasti con il Marocco per ragioni di frontiera. Nel 1972 il presidente Moktar Ould Daddah uscì dalla zona franca istituendo l'ouguiya.



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