mercoledì 12 ottobre 2011

LA TEOPOLITICA DEI FONDAMENTALISTI CRISTIANI AMERICANI

Esiste una diffusa convinzione secondo la quale la politica di totale schieramento dei governi americani con quella dei governi israeliani sia dovuta al grande potere che le lobbies finanziarie ebraiche sono in grado di esercitare sulle scelte USA. Ciò è vero solo in minima parte: in realtà i legami fra Stati Uniti e stato di Israele sono ben più profondi e affondano le loro radici nella grande influenza ideologico-religiosa che i fondamentalisti cristiani statunitensi sono in grado di esercitare sull'opinione pubblica.
L'11 Settembre, il permanere dei conflitti in medio oriente, la guerra contro l'Iraq e il conflitto aperto con l'Iran hanno dato forti impulsi ai movimenti cosiddetti "apocalittici", secondo i quali gli eventi che riguardano Israele sono i segni del compimento delle profezie bibliche. Essi hanno già avviato una sorta di conto alla rovescia che si concluderà con l'Armagedon, lo scontro finale che determinerà la fine del mondo, il ritorno di Gesù, la conversione dei popoli alla sua predicazione e l'instaurazione del regno di Dio. Questa lettura teologica della storia assume rilievo geopolitico perché ricorre negli interventi di autorevoli esponenti dell'establishment, che non esitano ad intrecciare l'Esegesi biblica e strategie internazionali, profezie del Vecchio Testamento e sostegno militare incondizionato a Israele: nel corso di una seduta del senato americano, il senatore repubblicano dell'Oklahoma, James Inhofe ha tenuto questo discorso: "La Bibbia afferma che Abramo spostò le sue tende e si è stabilito nella pianura di Hebron. Li, egli, ha costruito un altare a Dio, e questo fa della Cisgiordania il luogo nel quale Dio è apparso ad Abramo e gli ha detto: "Io ti do questa terra"...Quella del medio oriente non è una battaglia politica, è il contesto nel quale si chiarisce se la parola di Dio è vera o no".
Il presidente di American Values, Gary Bauer, candidato repubblicano alle primarie presidenziali del 2000, gli ha fatto eco con queste parole: "Credo che la Bibbia sia assolutamente chiara circa il fatto che la Palestina è la terra del patto che Dio ha fatto con gli ebrei, per cui quella terra sarebbe stata la loro terra".
Il fatto che in America esistano visioni escatologiche che suggeriscono comportamenti estremi e radicali non è una novità: l'intera storia del Cristianesimo statunitense e dei movimenti religiosi che si attaccano alla sua radice, ad esempio i Testimoni di Geova e i Mormoni, è costellata di profezie più o meno bibliche e più o meno inquietanti che hanno avuto conseguenze etiche rilevanti. La novità degli ultimi anni è data dall'uso politico delle tesi apocalittiche che, uscendo dai confini della disputa ideologica hanno finito per contaminare il dibattito pubblico e hanno animato veri e propri estremisti della fede. E' il caso di ricordare che la parola "fondamentalismo oggi associata con molta facilità all'Islam, nasce in realtà nel contesto della teologia cristiana americana e in particolare nell'ambito della sua componente evangelical. Ai primi del 900' fu infatti un gruppo di teologi dei seminari evangelici degli USA che pubblicò un'opera divulgativa tesa a riaffermare "i principi fondamentali della fede cristiana" con l'obiettivo esplicito di dimostrare che il destino-manifesto degli Stati Uniti d'America aveva il riconoscimento dell'ispirazione divina e fondamento in ogni pagina delle sacre scritture.
I fondamentalisti hanno seguitato ad agire sulla scena politica assumendo varie denominazioni e vari punti d'attacco riguardanti la concezione della famiglia, i valori tradizionali dell'America e la violenta polemica creazionista contro le teorie dell'evoluzione della specie. Tra le tante varianti del fondamentalismo merita menzione particolare la corrente dei crociati dell'apocalisse: per essi una bomba che scoppia a Gerusalemme o la costruzione di un nuovo insediamento nei territori della Cisgiordania non sono semplici episodi di un conflitto politico e militare, ma sono i segni che confermano le profezie bibliche e ci avvicinano alla fine dei tempi. Non occorre molta fantasia per immaginare quali emozioni abbiano destato in una coscienza segnata dal pensiero fondamentalista e dalla sua variante apocalittica fatti come la costituzione dello stato d'Israele del 1948, la guerra dei 6 giorni del 1967, la caduta dell'URSS, l'escalation della violenza in medio oriente e l'11 Settembre. I tempi dell'Armagedon sono vicini.
Non va trascurato che un sondaggio di News Week ha rivelato che il 45% degli americani ritiene che il mondo finirà con la battaglia di Armagedon, esattamente come si racconta nella Bibbia; lo stesso sondaggio afferma che il 47% degli intervistati ritiene che l'Anticristo sia già presente sulla terra (e una metà di essi lo identifica nell'assemblea dell'ONU sempre pronta a votare a favore dei palestinesi e a condannare Israele).
Nei giorni della guerra tra Stati Uniti e Iraq i fondamentalisti apocalittici illustrarono le ragioni bibliche dell'intervento armato contro Saddam Hussein: "Ascoltate il disegno che Dio ha concepito contro Babilonia e le decisioni che ha preso contro il paese dei Caldei. Sarà una guerra terribile, perché si compiranno i disegni dell'eterno contro Babilonia che sarà ridotta a una terra desolata senza abitanti". La citazione era tratta dal Profeta Geremia e i più fanatici dei fondamentalisti vi aggiungevano un passo delle profezie di Zaccaria: "Babilonia ha attaccato i figli di Israele, e chi osa farlo, chi tocca gli ebrei, tocca la pupilla del mio occhio, ed è Dio che parla.

Di matrice evangelico-fondamentalista è anche il variegato fenomeno del cosiddetto "sionismo cristiano". I suoi sostenitori sono andati oltre il recupero delle radici ebraiche del Cristianesimo e più che una corrente teologica costituiscono una lobby politica che agisce attraverso varie organizzazioni. La più nota e ramificata è l'international christian-ambacy, che opera a Gerusalemme dal 1980. La "Christian Friends for Israeli Comunities" promuove il sostegno politico, spirituale e materiale agli insediamenti ebraica in Cisgiordania soprattutto nelle parti di essa nominalmente trasferiti all'autorità nazionale palestinese.
Un'immaginaria carta geopolitica del sionismo cristiano mette Gerusalemme al centro del mondo e le frontiere intorno ad essa sono quelle che decideranno le sorti dell'umanità.
A questo punto è addirittura preonastico sottolineare che per i sionisti cristiani l'Islam è il peggiore nemico dell'umanità. Un ministro del governo Bush ha motivato il giudizio con queste parole: "L'Islam è una religione disumana nella quale Dio ti chiede di mandare tuo figlio a morire per lui, mentre il Cristianesimo è una religione e una fede in cui Dio manda suo figlio a morire per te".
Come è noto nei mesi seguiti all'11 Settembre il presidente Bush cercò in ogni modo, per opportunismo di distinguere tra Islam e terrorismo. Ma i suoi confratelli, seguaci del sionismo cristiano si rifiutarono di capire il senso della distinzione. John Glover, presidente del family policy network ha preso carta e penna e gli ha scritto: "Come cristiano evangelico condanno fortemente l'eventualità che venga ospitata una cerimonia per la fine del Ramadan alla Casa Bianca. Non si deve stravolgere il nefasto insegnamento dell'Islam, che si rivolge ai suoi seguaci invitando ad uccidere gli infedeli, chiamandola religione che insegna la pace.

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